L’apparato scheletrico esplica la funzione di sostegno, protezione e movimento.
Le ossa, infatti, sostengono il corpo; le scatole ossee proteggono invece delicati organi in esse contenuti.
Le ossa, con le loro articolazioni, costituiscono delle leve alle quali i muscoli sono ancorati fortemente; questi, contraendosi, trasmettono alle leve ossee la loro forza promuovendo il movimento.
Il tessuto osseo è costituito da cellule viventi e da sostanze intercellulari calcificate, che gli conferiscono la sua caratteristica resistenza.
Le cellule del tessuto osseo sono gli osteoblasti e gli osteoclasti.
I primi formano la matrice organica dell’osso, che in seguito si mineralizza, grazie al calcio, inglobandoli, mentre gli osteoclasti sono quelle cellule che si occupano del riassorbimento e del rimodellamento dell’osso.
Il midollo osseo è il solo organo emopoietico (che produce globuli rossi) fisiologico nell’adulto; esso è costituito da un particolare tessuto gelatinoso che occupa sia il canale delle ossa lunghe, che spazi dell’epifisi e delle ossa piatte.
A seconda dell’età, il midollo osseo presenta colorito diverso.
Mentre nei primi mesi di vita è rosso vivo, nella persona anziana appare di colore giallo per sostituzione del tessuto emopoietico con tessuto adiposo.
Le ossa dell’apparato scheletrico sono distribuite in una zona centrale o scheletro assiale ( cranio, colonna vertebrale, sterno e coste) ed una zona periferica o scheletro appendicolare ( ossa delle estremità, scapole, clavicole e pelvi).
Riguardo la loro struttura interna, le ossa sono di due tipi:
- Compatte, cioè formate da colonne parallele di strati di tessuto osseo.
- Spugnose, costituite da una rete di lamine ossee, dette trabecole.
Ad esempio, in un osso lungo come il femore, la parte spugnosa si trova ai due estremi o epifisi, mentre l’osso compatto è situato nella porzione centrale o diafisi.
A seconda della loro forma possiamo distinguere tre tipi di ossa:
- lunghe, come il femore.
- corte, come le vertebre e le falangi delle mani e dei piedi.
- piatte, come la scapola, il bacino.
- L’unione di due o più ossa fra loro dà origine alle articolazioni o giunture.
Apparato scheletrico e articolazioni
A seconda del grado di mobilità di cui sono dotate, le articolazioni si classificano in tre gruppi:
- Mobili o diartrosi.
- Semimobili o anfiartrosi.
- Fisse o sinartrosi.
Le diartrosi sono articolazioni che permettono movimenti ampi e sono rivestite all’interno da una membrana sierosa, chiamata membrana sinoviale.
Articolazioni di questo tipo sono quelle del ginocchio, del gomito, delle falangi delle dita delle mani e dei piedi, della caviglia.
Le articolazioni semimobili o anfiartrosi sono anche chiamate sinfisi e sono caratterizzate da movimenti ridotti.
Le ossa dotate di simili articolazioni sono unite mediante un legamento interosseo (come tra le vertebre), costituito da un disco cartilagineo che funge da cuscino.
Le sinartrosi dette anche suture, perché tengono le ossa chiuse fra loro, ad esempio le suture craniali.
Quando fra due ossa è interposto un sottile strato di tessuto fibroso, si parla di sindesmosi (sindesmosi peroneo tibiale).
Si parla invece di sinostosi quando fra le ossa del cranio non sussiste la presenza di tessuto ed il contatto fra loro è quasi totale ( ad esempio fra sfenoide ed occipite).
Abbiamo trattato in modo approfondito l’argomento ” l’apparato scheletrico e le articolazioni “.
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