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Migliorare l’allenamento conoscendo i bioritmi ed i ritmi circadiani

Sul peso corporeo di un soggetto influiscono molti fattori, ad esempio il biotipo costituzionale di appartenenza, il tipo di alimentazione, l’ereditarietà, l’attività lavorativa, l’attività sportiva etc.
Lo stile di vita è uno dei tanti fattori che va ad incidere sul peso corporeo, così per mantenersi in forma può essere utile seguire un regime alimentare non troppo ricco di grassi e dedicarsi a qualche attività sportiva.
Consumare troppo cibo rispetto alle reali esigenze giornaliere, a lungo andare rischia di alterare i ritmi biologici ( bioritmi ), principalmente il controllo dell’appetito responsabile delle conseguenze negative sul controllo del peso.
Analogamente, una dieta troppo ricca di grassi può alterare l’orologio biologico dell’organismo, inducendo ad alimentarsi anche nei tempi dedicati ad altre attività o al sonno.
I bioritmi hanno inizio al momento della nascita e ci accompagnano per tutta la vita, controllando l’andamento delle attività dei vari organi.
I ritmi circadiani sono ritmi fisiologici che mettono in connessione le variazioni ambientali durante l’arco della giornata, con il corpo.
Il termine ritmi circadiani prende origine dal latino “circa dies” ossia ciclo di quasi un giorno.
I ritmi circadiani, agiscono infatti in circa 24 ore e in momenti diversi durante la giornata, hanno il loro massimo e il loro minimo potere energetico.
I ritmi circadiani sono endogeni, anche se possono subire influenze da stimoli esogeni come la luce del sole e la temperatura ambientale.
Sono importanti per regolare i ritmi di sonno e veglia di tutti gli esseri incluso l’uomo.
L’attività cerebrale, la produzione di ormoni e molte altre attività biologiche dipendono da questo ciclo giornaliero. L’orologio circadiano è posto nel nucleo soprachiasmatico ipotalamico, formato da un gruppo di neuroni che ricevono informazioni sull’illuminazione attraverso la retina; una volta decodificate, queste informazioni vengono trasmesse alla ghiandola pineale che in risposta allo stimolo secerne l’ormone melatonina.
Ovviamente la secrezione di melatonina avrà un picco più elevato durante la notte.
L’alternanza tra giorno e notte e quindi tra luce e buio, determina sull’organismo delle variazioni, ad esempio durante la notte si può notare un abbassamento del ritmo cardiaco e della pressione minima arteriosa, mentre al contrario durante il giorno, il ritmo cardiaco è più elevato.
Anche la temperatura corporea subisce delle modificazioni: più bassa al mattino, raggiunge il suo picco massimo verso le prime ore pomeridiane.
Le concentrazione plasmatiche degli ormoni presentano un’alternanza tra diverse fasi:
• Fase crescente
• Acrofase (picco massimo)
• Fase decrescente
• Picco minimo
L’alternarsi di queste fasi può condizionare anche le prestazioni atletiche.
Vediamo infatti come la temperatura corporea abbia un incremento nelle tarde ore del pomeriggio e nelle prime ore serali; a questo aumento di temperatura è associato un potenziamento della forza esplosiva, delle capacità reattive e della massima capacità aerobica.
Ciò è dovuto al fatto che l’ipertermia aumenta il metabolismo basale e aumenta la capacità di trasmissione degli stimoli nervosi , favorendo la produzione di energia, migliorando così la prestazione.
Il cortisolo è un ormone prodotto dalla corticale del surrene e serve a mantenere costanti le concentrazioni di glucosio nel plasma.
Ha una secrezione più o meno costante durante la giornata,e il suo picco massimo si registra nelle prime ore del mattino.
È un ormone lipolitico e quindi catabolico e durante l’allenamento raggiunge la sua massima attività dopo i 45 minuti di esercizio.
Il picco di cortisolo induce il nostro organismo ad utilizzare i grassi come substrato energetico per cui se si desidera perdere peso i migliori risultati si possono ottenere allenandosi al mattino, considerando che l’assunzione di cibo prima della seduta di allenamento, comporta una riduzione dei livelli di cortisolo annullandone gli effetti positivi.
Quanto detto sopra non è adatto a chi però conduce una vita stressante, con abitudini alimentari scorrette, in quanto l’elevata concentrazione di cortisolo cronico, induce ad accumulare grasso soprattutto nella regione addominale, riducendo le masse muscolari.
Il GH ossia l’ormone della crescita è l’ormone più importante che influenza l’allenamento.
La sua produzione inizia circa un ora dopo aver preso sonno e ha una durata di circa quattro ore.
Durante l’allenamento ha la sua massima attività si verifica entro i primi 25 minuti di esercizio.
I ritmi circadiani ci rivelano quindi quando il nostro organismo è al massimo o al minimo del suo potenziale, ed è utile conoscerli sia per ottenere il massimo risultato dalle sedute di allenamento, sia per prevenire alcuni disturbi e alcune malattie causate proprio da un cattivo funzionamento dell’orologio biologico.
” Articolo redatto a cura della dott.sa Bosica Catia ”
Abbiamo affrontato l’argomento ” Allenamento, bioritmi e ritmi circadiani ”
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